Presto vaccino anti-celiachia
Al Congresso internazionale organizzato dall'Associazione italiana celiachia (Aic), è stato annunciato che per la prima volta al mondo sarà testato su 12 pazienti un vaccino ideato per curare una malattia autoimmune. Riprogrammando il sistema immunitario promette di far guarire dalla celiachia. Entro fine anno saranno avviati a Melbourne, in Australia, i test clinici del siero sull'uomo. Una speranza concreta per i tanti pazienti che soffrono di questa malattia: soltanto in Italia.
SONO oltre 75.000 persone, ma si stima che oltre mezzo milione di italiani non sappiano di essere celiacI
Costretti a una dieta rigorosa, i celiaci devono mettere al bando pasta, pane, biscotti ma anche le salse e tutto ciò che può essere contaminato dalla farina, come la frittura. I sintomi (vomito, diarrea, perdita di peso) nascondono difetti di digestione e assorbimento intestinale degli alimenti e Sensibilità al glutine indipendente dalla celiachia alimenti e provocano di conseguenza gravi complicanze: dall'osteoporosi, all'aborto spontaneo, al temuto linfoma intestinale.
Il vaccino curativo è rivoluzionario: è infatti in grado di riprogrammare il sistema immunitario per indurlo a tollerare il glutine. Nei pazienti celiaci i frammenti di glutine non digerito passano nell'organismo attraverso l'intestino, che ha una permeabilità alterata e non riesce a svolgere normalmente la sua funzione di barriera. Il sistema immunitario, spiegano gli specialisti riuniti a Genova, percepisce il glutine in circolo come un elemento estraneo e, anziché eliminarlo, scatena una risposta alterata, che si rivolta anche contro l'organismo dello stesso paziente. Secondo i ricercatori la soluzione potrebbe consistere nel non esporre al glutine durante il primo anno di vita i bambini potenzialmente a rischio di celiachia, ad esempio perché figli di genitori celiaci.
Il progetto italo-americano Celiprev (Rischio di malattia celiaca ed età di introduzione del glutine) è attivo dal 2004, ed è coordinato da Carlo Catassi, docente di pediatria all'Università Politecnica delle Marche e co-direttore del Centro di Ricerca sulla Celiachia dell'Università del Maryland (Usa). La sperimentazione, tuttora in corso, ha coinvolto fino a oggi 900 bimbi divisi in due gruppi.Nella dieta del primo gruppo il glutine è stato introdotto a 6 mesi, nel secondo a 12 mesi. Obiettivo, definire il ruolo del momento di assunzione della sostanza nel manifestarsi della celiachia. I risultati rivelano che i piccoli esposti al glutine a 12 mesi hanno un rischio di sviluppare la malattia 4 volte inferiore rispetto ai bimbi che l'hanno cominciato a mangiare a 6 mesi.
"Finora i piccoli sono stati seguiti per 5 anni: dovremo aspettare ancora per sapere se questo ottimo risultato si mantiene nel tempo. Ma ci sono buoni motivi per sperare che la celiachia si possa prevenire anche così in molti casi", conclude Catassi.
FONTE: ItaliaSalute.it
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