BAMBINI CELIACI E IL RIENTRO A SCUOLA
Per un bambino celiaco, il rientro a scuola è senza dubbio più problematico. Ricominciano i pasti fuori casa, le merende e le feste di classe, che possono rappresentare un rischio per la salute, oltre che diventare fonte di preoccupazione e ansia per i genitori.
I problemi e i dubbi che affliggono un genitore sono tanti: come spiegare il problema all’insegnante, la paura che il proprio figlio possa sentirsi diverso dai compagni, cosa potrebbe succedere se assaggiasse la merenda di qualcuno.
Fortunatamente la situazione è meno drammatica di quello che sembra, bastano qualche accorgimento e un atteggiamento positivo per affrontare questa circostanza con disinvoltura.
Secondo gli esperti il primo passo è informare correttamente il bambino in merito alla sua condizione, spiegandogli perché non può mangiare le merendine dei compagni se contengono glutine e insegnargli, appena è in grado, a leggere le etichette.
Bisogna cercare di trasformare la celiachia in un messaggio positivo, facendo diventare la malattia un’occasione di crescita e socializzazione, e in ogni caso evitando di usare parole come “malattia” e “problema”, che creano inutili allarmismi.
Un discorso simile può essere fatto in merito al dialogo con gli insegnanti: è giusto siano a conoscenza della situazione fin dall’inizio ed è lecito chiedere di prestare particolare attenzione al bambino, senza però trasmettere eccessiva apprensione né trasferire completamente il carico di responsabilità.
Anche il divieto di scambiare la merenda con i compagni dovrebbe essere affrontato con serenità. Rendere la merenda gustosa può essere un incentivo a non assaggiare quella degli altri. Per fortuna oggi esistono molti prodotti senza glutine appetibili, compresi biscotti e merendine.
Infine, le festicciole possono diventare un’occasione per ribaltare una problematica trasformandola in un’esperienza positiva: oltre a portare prodotti appositi, può essere piacevole mettersi d’accordo e approfondire la conoscenza con altre mamme ripartendo la preparazione di altri stuzzichini senza glutine: invece di un motivo di isolamento, l’intolleranza diventerà così occasione di dialogo e relazione.
FONTE: http://yourself.pianetadonna.it/bambini-celiaci-rientro-scuola-come-comportarsi/
sabato 20 settembre 2014
giovedì 4 settembre 2014
Zero Glutine Expo 2014 - A Chieti
Zero Glutine Expo 2014
Chieti, 5-7 settembre 2014
Zero Glutine Expo è un salone espositivo dedicato ad alimenti, bevande e attrezzature per la vendita e la somministrazione dei prodotti senza glutine. La prima edizione di Zero Glutine Expo è in programma a Chieti dal 5 al 7 settembre 2014, agli spazi espositivi della Camera di Commercio di Chieti.
Zero Glutine Expo 2014 offrirà un programma a base di corsi di cucina, degustazioni ed esposizioni: un'occasione interessante sia per chi segue una dieta celiaca, sia per gli operatori del settore che vogliono entrare in contatto con le aziende del campo della celiachia e dell'alimentazione senza glutine. Non mancheranno, inoltre, le consulenze degli esperti in materia come dietologi e gastroenterologi; i workshop e gli incontri; gli show cooking e le presentazioni di libri di cucina.
Dal programma segnaliamo la cena con lo chef Rubio, in programma sabato 6 settembre. L'ingresso alla fiera è gratuito. Per maggiori informazioni: www.zeroglutinexpo.it.
martedì 22 luglio 2014
La celiachia aumenta di 5 volte...
La celiachia aumenta di 5 volte
Titolo sicuramente allarmante ma …… niente di nuovo sul fronte occidentale, parafrasando con il titolo del romanzo autobiografico di Remarque!
Musicalmente si sa: ogni estate ha il suo tormentone ma nella scienza dovrebbe essere un po’ diverso e invece no! Ecco allora che puntuale come non mai, arriva l’articolo sulla celiachia che denuncia … no, tranquilli nulla di nuovo. Vediamo!
La frequenza -che ad onor del vero si chiama incidenza- è pari all’1% della popolazione generale.
Percentuale nota ormai da tempo ….
Il numero dei casi è in aumento tra i bambini e ancora tanti celiaci rimangono senza diagnosi.
Anche questo è ben noto….
Si torna a parlare dell’utilità di screening per abbattere il ben noto rapporto di 1 su 3 casi diagnosticati su casi non diagnosticati.
Ci si interroga sulle possibili cause dell’aumento dei casi portando come risposte la dieta ed i fattori ambientali.
Anche questo già noto….
L’articolo questa volta è stato pubblicato su J Pediatric Gastroenterology and Nutrition ma allora cosa porta di nuovo?
Quasi nulla….
La geografia della distribuzione della malattia.
Partita sappiamo dall’Europa ed dall’America oggi si diagnosticano casi anche nella parte orientale, in Nord Africa fino in Medio Oriente. Nell’area Asia-Pacifico l’epidemiologia è ancora confinata nella cosiddetta ”cintura celiaca”, cioè l’area settentrionale dell’India. (2)
La geografia della distribuzione della malattia.
Partita sappiamo dall’Europa ed dall’America oggi si diagnosticano casi anche nella parte orientale, in Nord Africa fino in Medio Oriente. Nell’area Asia-Pacifico l’epidemiologia è ancora confinata nella cosiddetta ”cintura celiaca”, cioè l’area settentrionale dell’India. (2)
L’introduzione del glutine. Sembra che se introdotto dai 4 mesi di vita, in piccole quantità possa proteggere dall’insorgenza della celiachia.
Dunque nessun allarme, nessuna novità strabiliante quanto piuttosto conferme e ancora punti interrogativi attivi su argomenti di grande interesse quali l’importanza di uno screening, le vere cause dell’aumento dei casi (fattori ambinetali quali?) e l’efficacia dell’introduzione del glutine precocemente o no.
Speriamo presto di leggere qualcosa di nuovo a tal proposito!
FONTE: Notonlyglutenfree.org
mercoledì 16 luglio 2014
Presto vaccino anti-celiachia
Presto vaccino anti-celiachia
Al Congresso internazionale organizzato dall'Associazione italiana celiachia (Aic), è stato annunciato che per la prima volta al mondo sarà testato su 12 pazienti un vaccino ideato per curare una malattia autoimmune. Riprogrammando il sistema immunitario promette di far guarire dalla celiachia. Entro fine anno saranno avviati a Melbourne, in Australia, i test clinici del siero sull'uomo. Una speranza concreta per i tanti pazienti che soffrono di questa malattia: soltanto in Italia.
SONO oltre 75.000 persone, ma si stima che oltre mezzo milione di italiani non sappiano di essere celiacI
Costretti a una dieta rigorosa, i celiaci devono mettere al bando pasta, pane, biscotti ma anche le salse e tutto ciò che può essere contaminato dalla farina, come la frittura. I sintomi (vomito, diarrea, perdita di peso) nascondono difetti di digestione e assorbimento intestinale degli alimenti e Sensibilità al glutine indipendente dalla celiachia alimenti e provocano di conseguenza gravi complicanze: dall'osteoporosi, all'aborto spontaneo, al temuto linfoma intestinale.
Il vaccino curativo è rivoluzionario: è infatti in grado di riprogrammare il sistema immunitario per indurlo a tollerare il glutine. Nei pazienti celiaci i frammenti di glutine non digerito passano nell'organismo attraverso l'intestino, che ha una permeabilità alterata e non riesce a svolgere normalmente la sua funzione di barriera. Il sistema immunitario, spiegano gli specialisti riuniti a Genova, percepisce il glutine in circolo come un elemento estraneo e, anziché eliminarlo, scatena una risposta alterata, che si rivolta anche contro l'organismo dello stesso paziente. Secondo i ricercatori la soluzione potrebbe consistere nel non esporre al glutine durante il primo anno di vita i bambini potenzialmente a rischio di celiachia, ad esempio perché figli di genitori celiaci.
Il progetto italo-americano Celiprev (Rischio di malattia celiaca ed età di introduzione del glutine) è attivo dal 2004, ed è coordinato da Carlo Catassi, docente di pediatria all'Università Politecnica delle Marche e co-direttore del Centro di Ricerca sulla Celiachia dell'Università del Maryland (Usa). La sperimentazione, tuttora in corso, ha coinvolto fino a oggi 900 bimbi divisi in due gruppi.Nella dieta del primo gruppo il glutine è stato introdotto a 6 mesi, nel secondo a 12 mesi. Obiettivo, definire il ruolo del momento di assunzione della sostanza nel manifestarsi della celiachia. I risultati rivelano che i piccoli esposti al glutine a 12 mesi hanno un rischio di sviluppare la malattia 4 volte inferiore rispetto ai bimbi che l'hanno cominciato a mangiare a 6 mesi.
"Finora i piccoli sono stati seguiti per 5 anni: dovremo aspettare ancora per sapere se questo ottimo risultato si mantiene nel tempo. Ma ci sono buoni motivi per sperare che la celiachia si possa prevenire anche così in molti casi", conclude Catassi.
FONTE: ItaliaSalute.it
mercoledì 2 luglio 2014
Scoperto il glutine "amichevole", speranza per i celiaci
Scoperto il glutine "amichevole", speranza per i celiaci
Il nuovo metodo, individuato da un gruppo di ricercatori dell'Università dei Foggia, modifica proteine frumento per non scatenare allergie
FOGGIA - Si è aperta una nuova speranza per migliorare la qualità della vita dei celiaci: un gruppo di ricercatori dell'università di Foggia ha messo a punto un metodo scientifico innovativo che consente di modificare le proteine del glutine nel frumento in modo che non scatenino la reazione di intolleranza nelle persone affette da celiachia. In questo modo, secondo quanto riferisce l'Università, gli alimenti oggi categoricamente vietati ai celiaci saranno di fatto commestibili.
La scoperta, già brevettata in Italia e all'estero, è frutto della ricerca dei professori Aldo Di Luccia e Carmen Lamacchia coadiuvati dalla ricercatrice del Cnr Carmela Gianfrani. Il metodo consente di ottenere Gluten Friendly (glutine amichevole), ovvero glutine non più dannoso per il celiaco per tutte quelle farine destinate alla preparazione di pasta e prodotti da forno comunemente ottenuti dal frumento. Il metodo utilizzato induce nelle proteine del glutine cambiamenti tali da interrompere la catena di combinazioni chimiche che, innescate dopo l'ingerimento di determinati alimenti che contengono appunto il glutine, causano la cosiddetta intolleranza.
La novità, rispetto ai metodi sinora utilizzati - spiegano i ricercatori - è che i cambiamenti a cui sono state sottoposte le proteine del glutine non sono opera di enzimi microbici ma frutto di un trattamento chimico-fisico (acqua e microonde per pochi secondi) applicato sulla granella (seme) prima della molitura. "La granella di frumento - precisa l'Università - rappresenterebbe il cuore della soluzione al problema della celiachia in quanto, nel seme di frumento, il glutine non è ancora formato e le sue proteine sono depositate in piccole 'cellette' che consentirebbero, in presenza di acqua ed elevate temperature, i cambiamenti necessari per produrre il Gluten Friendly".
Questo trattamento, spiegano i ricercatori, "non influenza negativamente le proprietà tecnologiche delle farine che formano l'impasto, permettendo, quindi, la preparazione di prodotti assimilabili per gusto ed aspetto a quelli comunemente utilizzati nell'alimentazione Mediterranea e destinati non solo alla fascia di popolazione affetta da intolleranza al glutine ma anche a tutta la restante popolazione".
"Potremmo essere di fronte a una scoperta scientifica di valore assoluto - ha detto il Rettore dell'Università di Foggia, Maurizio Ricci - che abbiamo tenuto sotto traccia per diversi mesi, per evidenti ragioni di cautela, ma che dopo le prove e le sperimentazioni scientifiche dei vari protocolli abbiamo deciso di mostrare all'opinione pubblica". L'Università di Foggia ha già avviato contatti per la commercializzazione del brevetto anche a livello internazionale.
La scoperta, già brevettata in Italia e all'estero, è frutto della ricerca dei professori Aldo Di Luccia e Carmen Lamacchia coadiuvati dalla ricercatrice del Cnr Carmela Gianfrani. Il metodo consente di ottenere Gluten Friendly (glutine amichevole), ovvero glutine non più dannoso per il celiaco per tutte quelle farine destinate alla preparazione di pasta e prodotti da forno comunemente ottenuti dal frumento. Il metodo utilizzato induce nelle proteine del glutine cambiamenti tali da interrompere la catena di combinazioni chimiche che, innescate dopo l'ingerimento di determinati alimenti che contengono appunto il glutine, causano la cosiddetta intolleranza.
La novità, rispetto ai metodi sinora utilizzati - spiegano i ricercatori - è che i cambiamenti a cui sono state sottoposte le proteine del glutine non sono opera di enzimi microbici ma frutto di un trattamento chimico-fisico (acqua e microonde per pochi secondi) applicato sulla granella (seme) prima della molitura. "La granella di frumento - precisa l'Università - rappresenterebbe il cuore della soluzione al problema della celiachia in quanto, nel seme di frumento, il glutine non è ancora formato e le sue proteine sono depositate in piccole 'cellette' che consentirebbero, in presenza di acqua ed elevate temperature, i cambiamenti necessari per produrre il Gluten Friendly".
Questo trattamento, spiegano i ricercatori, "non influenza negativamente le proprietà tecnologiche delle farine che formano l'impasto, permettendo, quindi, la preparazione di prodotti assimilabili per gusto ed aspetto a quelli comunemente utilizzati nell'alimentazione Mediterranea e destinati non solo alla fascia di popolazione affetta da intolleranza al glutine ma anche a tutta la restante popolazione".
"Potremmo essere di fronte a una scoperta scientifica di valore assoluto - ha detto il Rettore dell'Università di Foggia, Maurizio Ricci - che abbiamo tenuto sotto traccia per diversi mesi, per evidenti ragioni di cautela, ma che dopo le prove e le sperimentazioni scientifiche dei vari protocolli abbiamo deciso di mostrare all'opinione pubblica". L'Università di Foggia ha già avviato contatti per la commercializzazione del brevetto anche a livello internazionale.
Fonte: Repubblica.it
lunedì 30 giugno 2014
Frumento senza glutine: scoperto il grano per chi soffre di celiachia
Frumento senza glutine:
scoperto il grano per chi soffre di celiachia
E’ stato trovato il modo per ottenere il frumento senza glutine, ideale per chi soffre di celiachia. Il tutto è avvenuto grazie al lavoro di un gruppo di ricercatori dell’Università di Foggia, che hanno trovato un metodo particolare, per modificare le proteine del glutine nel grano. Così modificate, queste proteine non scatenano la reazione di intolleranza. Si tratta di una scoperta davvero da non sottovalutare, perché può rappresentare una svolta per chi, a causa della celiachia, non può mangiare alimenti a base di grano.
giovedì 26 giugno 2014
DONA IL TUO 5X1000 ALL'ASSOCIAZIONE ITALIANA CELIACHIA.
DONA IL TUO 5X1000
ALL'ASSOCIAZIONE ITALIANA CELIACHIA.
STAI MEGLIO TU E STANNO MEGLIO LE PERSONE CHE AMI.
E INOLTRE NON TI COSTA NULLA
Si tratta di uno strumento nato nel 2006, attraverso il quale i singoli cittadini possono devolvere il cinque per mille delle imposte IRPEF – (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) che versano allo stato a beneficio delle realtà nonprofit.
Per quale motivo “non mi costa nulla”?
Perché è trattenuta dal denaro che spetta allo Stato.
A differenza di tutte le altre tipologie di donazione, il 5x1000 è una forma di finanziamento del Terzo Settore completamente gratuita per il cittadino. La scelta di destinare parte della propria imposta alle ONP, alle Università e agli Istituti di Ricerca Sanitaria, non comporta alcun aggravio delle imposte da versare.
Nel caso in cui non si effettui alcuna scelta l’importo del 5x1000 resta allo Stato.
E l’8x1000?
Attenzione, il 5x1000 e l’8x1000 non sono alternative, bensì due azioni distinte tra loro. L’8x1000 è il meccanismo attraverso il quale lo Stato ripartisce l’8 per mille dell’intero gettito fiscale IRPEF fra lo Stato stesso e diverse confessioni religiose per finalità stabilite dalla legge. La scelta relativa alla destinazione dell’8x1000 rimane interamente indipendente dalla scelta di destinazione del 5x1000.
Come posso donare il mio 5x1000 all’Associazione Italiana Celiachia?
Basta seguire alcuni semplici passaggi.
- Nella prossima dichiarazione dei redditi, cerca lo spazio “Scelta del dichiarante per la destinazione del 5x1000” presente nel Modello Unico e nel Modello 730.
- Firma nel riquadro “Sostegno del volontariato e della altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, e delle associazioni e fondazioni riconosciute che operano nei settori di cui all’art. 10. C. 1. Lett a), del D.lgs. n. 460 del 1997”
- Inserisci il codice fiscale di AIC: 11359620157
Puoi devolvere il tuo 5x1000 anche se non hai l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi. Ti è sufficiente consegnare, presso un ufficio postale o un CAF, la scheda relativa alla destinazione del 5x1000 che trovi allegata al tuo CUD (Certificazione dei redditi per i dipendenti o pensionati). La scheda dovrà essere consegnata in una busta chiusa su cui apporre la dicitura "scelta per la destinazione del cinque per mille dell'IRPEF" l'anno cui la certificazione si riferisce, il tuo codice fiscale, il cognome e il nome.
Grazie a tutte le persone che hanno scelto AIC gli scorsi anni.
Ecco cosa abbiamo fatto con il 5x1000:
Nel 2013 la Fondazione Celiachia ha attivato il primo Bando per la Ricerca Scientifica e ha finanziato con 600.000 Euro i migliori progetti svolti in Italia, di durata triennale, in 4 aree di Ricerca: Celiachia, Dermatite Erpetiforme, Allergie da Glutine e Gluten Sensitivity.
Nel 2014 è stato presentato il secondo Bando di Ricerca, per il quale sono stati inviati 40 progetti, il 50% dei quali arrivano da nuovi partecipanti rispetto all’anno precedente.
Anche quest’anno la Fondazione finanzierà con 400.000 Euro i migliori progetti della durata da 1 a 3 anni.
I fondi del 5x1000 ci consentono inoltre di realizzare attività di formazione specifica in ambito medico e scientifico, come il Convegno realizzato nel 2012 sul tema “Importanza della rete nelle patologie da glutine”, che ha coinvolto 250 partecipanti, e il Convegno dedicato alla “Diagnosi” che a Novembre 2013 ha portato in aula 300 professionisti.
Nel corso dell’ultimo anno sono stati attivati 253 corsi di formazione dedicati alle strutture del Network Alimentazione Fuori Casa e alle strutture che hanno richiesto di farne parte. Il Network AFC rappresenta la rete di esercizi ristorativi/ricettivi informati e formati sul senza glutine da AIC.
La formazione ha coinvolto 1477 nuove strutture, per un totale di 2572 partecipanti. Ad Aprile 2014 922 strutture (il 62% di quelle che hanno partecipato al corso) sono entrate a far parte del Network e il dato è in continuo aggiornamento.
Abbiamo impegnato sul territorio 571 Tutor Professionisti per effettuare monitoraggi e completare la formazione del personale nei locali che fanno parte del Network Alimentazione Fuori Casa.
La campagna 2014. Ecco cosa faremo con il tuo 5x1000:
Nella nostra rinnovata campagna 5x1000, realizzata in collaborazione con VITA Makers, abbiamo scelto di moltiplicare i nostri desideri.
- Vorremmo che il tuo 5x1000 si trasformasse in oltre 596.852 diagnosi precoci, il numero che corrisponde all’1% della popolazione italiana (dati ISTAT al 1° Gennaio 2013) e che coincide con le diagnosi attese di celiachia, una malattia che colpisce appunto l’1% della popolazione.
Oggi le diagnosi in Italia sono solo 150 mila circa. Anche grazie al tuo contributo potremo ottenere diagnosi più veloci e sicure per tutti.
- Vorremmo che il tuo 5x1000 si trasformasse in nuovi progetti di Ricerca Scientifica, dedicati alla Celiachia e alla Dermatite Erpetiforme. Grazie ai fondi destinati dal 2006 a oggi, la Ricerca ha potuto contare su 2.883.000 Euro, vorremmo fare molto di più.
- Vorremmo che il tuo 5x1000 si trasformasse in 304.563 locali informati sul senza glutine. Tanti sono, infatti, i locali nella categoria “servizi di ristorazione”, secondo i dati del rapporto Annuale FIPE 2012. Crediamo che le persone celiache debbano poter entrare in qualsiasi locale in Italia e trovare una proposta adeguata a loro.
giovedì 19 giugno 2014
Celiachia: c’è un nuovo trattamento non alimentare
Celiachia: c’è un nuovo trattamento non alimentare
Scienziati hanno testato un nuovo trattamento, non alimentare, per proteggere le persone celiache dal rischio e dai danni all’intestino causati dall’assunzione di glutine
Per controllare i sintomi e i danni all'intestino causati dal glutine, un team di ricercatori ha testato un enzima. Foto: ©photoxpress.com/dinostock
LM&SDP
Gli scienziati finlandesi dell’Università di Tampere – Tampere University Hospital, hanno testato un nuovo trattamento non alimentare con uno specifico enzimache sarebbe in grado di ridurre i problemi e le lesioni causati da un’esposizione al glutine da parte delle persone che soffrono di celiachia. L’enzima testato si chiama “ALV003” ed è stato somministrato per via orale in concomitanza con l’assunzione di glutine in uno studio clinico randomizzato, controllato e in doppio cieco.
La dott.ssa Marja-Leena Lahdeaho e colleghi hanno reclutato un gruppo di pazienti celiaci che sono stati suddivisi a caso in due gruppi e avviati a una dieta composta da alimenti privi di glutine, che è tuttavia stata integrata a parte con del glutine per un totale massimo di 2 grammi al giorno – equivalenti a circa la metà di una fetta media di pane.
I risultati dello studio hanno mostrato che nel gruppo a cui era stato somministrato l’enzima ALV003 al momento dell’ingestione del glutine, vi era una diminuzione delle lesioni indotte dal glutine all’intestino tenue e il trattamento è risultato essere ben tollerato. Al contrario, sintomi gastrointestinali come nausea e dolori addominali erano maggiori nel gruppo placebo rispetto a quelli trattati con l’enzima.
«L’esclusione totale del glutine è, nella migliore delle ipotesi, impegnativa – spiega la dott.ssa Lahdeaho – Il potenziale di ALV003 per la malattia celiaca è significativo, dato che l’esposizione costante a bassi livelli di glutine può portare i pazienti a sperimentare sintomi persistenti e un’infiammazione intestinale cronica, nonostante stiano seguendo una dieta rigorosamente priva di glutine».
Il glutine, che è ampiamente usato nelle industrie alimentari e in altre, è un ingrediente che può con facilità causare una contaminazione incrociata durante la trasformazione degli alimenti. Oltre a questo, molte etichette dei prodotti alimentari possono essere imprecise, fuorvianti o inesatte.
Una dieta senza glutine è socialmente complicata, costosa, e attenervisi rigorosamente è assai problematico, fanno notare i ricercatori. Inoltre, tracce di glutine possono trovarsi anche in elementi comuni come la colla delle buste da lettere e nei trucchi da donna. Tutti questi possono essere fattori di rischio che portano al consumo di piccole quantità di glutine anche nei pazienti più prudenti. Per questi e altri motivi, vi è la necessità di sviluppare una terapia farmacologica che funzioni con o in sostituzione di una dieta priva di glutine, aggiungono gli autori dello studio. E l’enzima testato promette di essere un possibile trattamento.
Lo studio è stato pubblicato su Gastroenterology, la rivista dell’AGA (American Gastroenterological Association). Il finanziamento per la ricerca è stato fornito da Alvine Pharmaceuticals, Inc
ARTICOLO TRATTO DA "LA STAMPA"
lunedì 16 giugno 2014
Spopola tra le star e non, la moda della dieta “senza glutine”
Spopola tra le star e non, la moda della dieta “Senza Glutine”
Negli USA è già una moda, lanciata da Gwyneth Paltrow e Victoria Beckham, ma i nutrizionisti fanno chiarezza sui pro e contro di questo regime alimentare
La moda del “senza glutine” sta spopolando negli Stati Uniti, visto che il 25% degli americani pensa che questa proteina faccia male a tutti.
Gwyneth Paltrow, Victoria Beckham, Miley Cyrus, ma anche Rachel Weisz, Russell Crowe e Elisabetta Canalis, sono questi i nomi delle celebrities, che sono state attratte dalla dieta senza glutine, il regime alimentare per celiaci, che rischia di diventare una moda per chi celiaco non è.
Una dieta che, a sentire i vip di cui sopra, farebbe dimagrire ed essere più tonici e sarebbe più sana. Inutrizionisti fanno chiarezza, dicendo che non ha senso eliminare il glutine dalla dieta, per chi non soffre di celiachia, non si otterrà nessun vantaggio, anzi è davvero stupido ed inutile rinunciare a una buona pizza o un bel piatto di pasta.
Il glutine è una proteina presente in molti cereali che, come tutte le proteine, ha un forte potere saziante. Si parla di dieta e di dimagrimento eliminando prodotti con il glutine perché il problema è l’eccesso di carboidrati. Eliminandoli dalla dieta indubbiamente si dimagrisce, ma vengono a mancare dei nutrienti importanti.
Tagliare le calorie significa perdere velocemente peso e evitare cibi pesanti che contengono glutine, ma non è detto che non danneggi il nostro metabolismo e affatichi alcuni organi, come il fegato e i reni. La dieta senza glutine è un falso mito, una nuova mania dei vip. In attesa di ulteriori studi che approfondiscano la questione, è bene evitare di seguire diete “a caso”. Tanto più che celiachia e ipersensibilità al glutine sono questioni serie: è bene che gli scaffali di prodotti “gluten free” siano riservati a chi ne soffre.
La Paltrow ha innescato questo meccanismo perverso, pubblicando due libri di ricette in cui ha illustrato piatti confezionati a uso e consumo di un pubblico, che abbia come obiettivo quello di mantenersi in forma, complice questo allontanamento da cibi che contengano glutine, che le avrebbe permesso di perdere i 16 chili presi durante la gravidanza del secondo figlio.
Negli Stati Uniti, si prevede che nel 2016 le vendite di alimenti senza glutine raggiungeranno i 15,6 miliardi di dollari, il 48% in più rispetto al 2013. Negli USA i celiaci e gli intolleranti al glutine sono circa tre milioni e le diagnosi sono in continuo aumento.
Tra le ragioni addotte dagli intervistati si parla di dieta che migliora la salute dell’apparato digerente ed elimina le tossine dal corpo, quindi più sana. La metà delle persone che sceglie volontariamente prodotti gluten-free, alla fine però torna alla dieta tradizionale, perché insoddisfatto del gusto degli alimenti. Inoltre, la ragione principale di chi vorrebbe seguire una dieta senza glutine, ma non lo fa, è per i prezzi elevati dei prodotti.
La cosa giusta da fare, per chi non ha problemi di intolleranza al glutine, è consumare tutto, ma in quantità moderata e soprattutto fare attività fisica costante: questo è l’unico modo per dimagrire davvero.
giovedì 12 giugno 2014
MEDICINA - Un nuovo approccio promette di ridurre il ricorso a procedure diagnostiche invasive e costose
Non solo biopsie
Per scoprire
la celiachia bastano
geni e anticorpi
la celiachia bastano
Il percorso verso la diagnosi della celiachia non lascia spazio a molte alternative: una dieta priva di glutine e una biopsia per verificare la presenza di eventuali danni all'intestino sono tappe obbligate che hanno dovuto affrontare la stragrande maggioranza delle persone che si sono trovate a che fare con i possibili sintomi di questa patologia autoimmune. Oggi, però, una ricerca pubblicata da un gruppo di studiosi australiani sulla rivista BMC Medicine apre un nuovo possibile scenario diagnostico in cui per identificare la celiachia è sufficiente combinare la misurazione della risposta immunitaria al glutine – effettuata con un semplice test degli anticorpi – e la presenza di fattori di rischio genetici.
“Attualmente le biopsie intestinali sono raccomandate a chiunque risulti positivo ai test anticorpali – ha spiegato Jason Tye-Din, coautore della ricerca – In questo studio l'inclusione di un semplice test genetico ha aiutato ad identificare un sostanziale numero di persone nel cui caso i test degli anticorpi erano falsi positivi e che in realtà non avevano bisogno di una biopsia intestinale per verificare la possibilità di malattia celiaca”. Non solo, questo nuovo approccio ha permesso di scoprire che, almeno nella popolazione australiana, il numero di celiaci cui non viene diagnosticata la malattia è superiore rispetto a quanto si potrebbe immaginare. Tuttavia, come ha spiegato Tye-Din “una diagnosi accurata e tempestiva è importante per la salute dei pazienti con malattia celiaca. Effettuare una diagnosi basata solo su un'analisi del sangue o iniziare una dieta priva di glutine senza una biopsia intestinale di conferma è inappropriato e può imporre un trattamento necessario per tutta la vita”. Resta però il fatto che la biopsia non è solo una procedura costosa, ma anche invasiva. “Ridurre le procedure non necessarie è meglio sia per i pazienti (…) sia per l'economia – ha concluso Tye-Din – Questo studio fornisce una strategia per migliorare la diagnosi della malattia celiaca nella popolazione combinando i benefici dei test anticorpali e genetici”.
Articolo tratto da " il sole 24 ore"
venerdì 6 giugno 2014
Le ricette SENZA GLUTINE de I CELIACI CURIOSI - "CUP CAKES CASTELLO DELLE PRINCIPESSE"
CUP CAKES
CASTELLO
DELLE PRINCIPESSE
INGREDIENTI:
-
300gr zucchero
-
5 uova
-
250gr farina sg per dolci
-
50gr fecola di patate (consentita, io ho
usato la SELEX)
-
120gr burro morbido
-
150gr latte
-
1 bustina di lievito
-
Coloranti alimentari (consentiti)
INGREDIENTI PER LA
DECORAZIONE:
-
Panna da montare (consentita, io ho
usato la Hoplà)
-
Colorante alimentare rosa (consentito,
io ho usato il Decorì)
-
Pasta di zucchero colorata (consentita,
io ho usato la Decorì)
Io ho usato il Bimby ma potete
utilizzare anche un semplice frullino elettrico
Montare gli albumi a neve utilizzando la
farfalla del Bimby, e poi metterli da parte. Sempre usando la farfalla, montare
i tuorli con lo zucchero 45 ss vel 4. Aggiungere il latte, il burro, le farine
50 ss vel 4. Aggiungere il lievito 20 ss
vel 3.
Aggiungere gli albumi precedentemente
montati a neve e frullare 35 ss vel 3.
Dividere l’impasto in tre ciotole e
mischiare in ognuna qualche goccia di colorante.
Riempire con le tre farce colorate i
pirottini per cup cakes per un terzo ed infornare 180° per 40 minuti circa.
Una volta sfornati lasciarli raffreddare
e poi decorarli con un ciuffo di panna montata rosa e formine di pasta di
zucchero.
Poi appoggiare i cup cackes
sull’alzatina castello delle principesse.
BUON APPETITO E BUON DIVERTIMENTO
DA
CELIAMAMMA
domenica 1 giugno 2014
lunedì 26 maggio 2014
sabato 24 maggio 2014
Bellissima Notizia...
APRE A SALERNO IL CENTRO RICERCHE SULLA CELIACHIA
Tra circa un mese sarà avviato nell'antico convento di San Nicola della Palma a Salerno, un centro di ricerca all'avanguardia nel mondo per lo studio della Celiachia e delle malattie alimentari. Pochi giorni fa è stato firmato l'accordo a Palazzo di Città tra l'Amministrazione, l'Università degli Studi e la Fondazione Ebris.
Una bellissima notizia ! ! !
giovedì 22 maggio 2014
sabato 17 maggio 2014
Sacher torte senza glutine
Ingredienti
6 uova
100 g di zucchero
150 g di burro
100 g di farina senza glutine
150 g di cioccolato fondente
una bustina di lievito gluten free
sale
6 uova
100 g di zucchero
150 g di burro
100 g di farina senza glutine
150 g di cioccolato fondente
una bustina di lievito gluten free
sale
Ingredienti
per la farcitura
150 g di marmellata di albicocche
150 g di cioccolato fondente
150 g di marmellata di albicocche
150 g di cioccolato fondente
Monta
gli albumi a neve fermissima. In un pentolino sciogli a bagnomaria il burro e
il cioccolato fondente. In una terrina sbatti i tuorli con lo zucchero,
aggiungi il cioccolato e il burro sciolti, la farina, il lievito e da ultimo di
albumi montati a neve. Versa il composto in una tortiera imburrata e cuoci in
forno preriscaldato a 180° per circa 30 minuti.
Lascia
raffreddare la torta e tagliala in due orizzontalmente. Versa due terzi di
marmellata su una parte della torta stendendola con una spatolina e poi copri
con l’altra metà della torta. Spalma la restante marmellata su tutta la
superficie della torta.
Fai
sciogliere il cioccolato fondente a bagnomaria, togli dal fuoco e versa il
cioccolato sulla torta ricoprendola in modo uniforme. Fai raffreddare qualche
ora prima di servire.
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